Un vasto traffico di reperti archeologici trafugati e rivenduti anche oltre i confini nazionali è stato smantellato nelle prime ore di oggi, 12 dicembre 2025, da un maxi blitz dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. L’operazione, coordinata dalle Procure di Catania e Catanzaro, ha portato all’emissione di 56 misure cautelari nei confronti di soggetti ritenuti coinvolti, a vario titolo, in attività di scavo clandestino, ricettazione e commercializzazione illegale di beni culturali.

L’indagine, denominata “Ghenos”, è il risultato di mesi di accertamenti complessi che hanno ricostruito l’esistenza di più gruppi criminali organizzati, attivi soprattutto tra Sicilia e Calabria, capaci di alimentare un vero e proprio mercato nero dell’archeologia. I reperti, una volta sottratti illegalmente al sottosuolo, venivano immessi in circuiti clandestini nazionali e internazionali, raggiungendo anche Germania e Regno Unito.

Le misure cautelari e le accuse contestate

Le ordinanze emesse dai giudici per le indagini preliminari prevedono un ampio ventaglio di misure: nove persone sono finite in carcere, quattordici agli arresti domiciliari, mentre per altri indagati sono stati disposti obblighi di dimora, obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria – anche all’estero – e la sospensione dell’attività imprenditoriale per il titolare di una casa d’aste ritenuta coinvolta nel sistema di ricettazione.

I reati contestati sono numerosi e particolarmente gravi: dall’associazione per delinquere alla violazione delle norme sulle ricerche archeologiche, dall’impossessamento illecito di beni culturali dello Stato alla ricettazione e all’autoriciclaggio, fino alla falsificazione documentale, alla contraffazione di opere d’arte e all’esportazione illegale di reperti.

Un patrimonio sottratto allo Stato per milioni di euro

Nel corso delle indagini erano già stati sequestrati circa 10mila reperti archeologici, tra cui oltre 7mila monete di epoca greca, alcune considerate di eccezionale rarità. Il valore complessivo dei beni recuperati e sequestrati è stimato in circa 17 milioni di euro.

All’operazione hanno partecipato oltre 200 militari, con il supporto dei reparti territoriali, del Nucleo Elicotteri e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sicilia”. L’inchiesta ha inoltre beneficiato della collaborazione delle autorità di polizia tedesche, confermando la dimensione internazionale del traffico illecito.

Un’azione che, sottolineano gli investigatori, rappresenta un duro colpo a un sistema criminale che non solo depredava il patrimonio storico e culturale del Paese, ma ne alterava irrimediabilmente il valore scientifico e identitario.

Fonte immagine: MiBACT

Attenzione: Si raccomanda di verificare e attenersi scrupolosamente alle leggi e normative locali relative alla protezione del patrimonio culturale e archeologico nel proprio paese.